Quanti sono stati i visitatori che si sono prenotati in occasione della riapertura del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata a Grugliasco.
di Domenico Beccaria
I primi visitatori erano attesi per le 10:15, ma i componenti del team di servizio domenica 14 giugno 2020, prima riapertura post covid, erano già lì alle 9:30, carichi a mille ed emozionati come scolaretti al primo giorno di scuola.
D’altronde da fine febbraio, ultima apertura prima che la maledetta pandemia stravolgesse le nostre vite e i destini di tutta l’umanità, erano passati oltre tre mesi e mezzo, centododici infiniti giorni, lunghi solo come la voglia di tornare a vivere e respirare l’aria del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata.
Alle 10:10, puntualissimi, Enrica Z., Francesco e Louis Z., oltre a Vincenzo C., ovvero il primo gruppo di quattro visitatori che si erano prenotati per domenica 14 giugno, varcavano la porta del museo per lo storico momento.
Attimi di intensa commozione, ma il ghiaccio s’è subito rotto, grazie alla volontaristica professionalità, passatemi l’ossimoro, dei soci in forza al team. E citiamoli dunque, questi volontari: Roberto, team leader e poi Cinzia, Davide, Diego e Michelangelo.
Ma poi l’impeccabile organizzazione messa in atto dai volontari, durante i numerosi sopralluoghi effettuati nelle settimane precedenti la riapertura, ha dato i suoi frutti. A fine visite, tutti i visitatori si sono espressi in modo entusiastico nei confronti della precisione operativa, abbinata alla passione narrativa, con cui sono state condotte le visite, restituendo ai visitatori il piacere di visitare il museo più appassionato ed appassionante del mondo.
Tra l’altro, mi fa piacere sottolineare che tra i visitatori c’erano anche un gruppo di parenti dell’indimenticabile Giacomo Ferri, che mi aveva chiamato per preavvisarmi della loro visita ed un altro gruppo di tre tifosi della Juve, ad onore della loro sportività ed a testimonianza della trasversalità ed universalità dei valori che furono propri del Grande Torino.
Ma questo è solo l’inizio del ritorno alla vita, alla normalità. Ora ci sono gli altri cinque team che aspettano di offrire il loro contributo alla causa. Ci tengo a sottolineare, che si tratta di doppiamente volontari, perché a tutti quanti è stato chiesto chi se la sentisse di ricominciare e solo pochissime, e tutte giustificabili per palesi esigenze di età o di salute, sono state le defezioni, segno che il Vecchio Cuore Granata, quando chiamato a raccolta, non si tira indietro.
Riporto per inciso il commendo di Diego, che nel rispondere ai complimenti che avevano fatto al team che aveva curato la riapertura, ha risposto: “Grazie Mecu, i preparativi sono stati impegnativi ma l’emozione di tornare a fare le guide, condividere il lavoro con gli altri del team, così come l’emozione di tornare tra quei reperti meravigliosi e descriverli ai visitatori e raccogliere i loro ricordi ha ripagato tutto con gli interessi!!! Esperienza meravigliosa come la prima guida!”
Toccante, ma se devo essere sincero, mi aspettavo tutto questo. Quando abbiamo raccolto le prenotazioni, obbligatorie per accedere alle visite al museo in questo periodo di riapertura, il numero dei visitatori che si erano prenotati è stato di trentuno.
Trentuno, come il numero degli Immortali di Superga.
Trentuno, come gli angeli che da lassù ci hanno mandato un segnale di fiducia, di incoraggiamento, ma soprattutto di Fede. Granata, ovviamente.
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