Condottiero (così ti chiamava tuo figlio Ruggero) oggi non potevamo non essere con te e, non ce ne vogliano le altre squadre, c’erano gonfaloni e rappresentanti vari, ma tra la gente comune venuta a salutarti il colore granata spadroneggiava.
E tu stesso sei stato ritratto in granata in questo dipinto meraviglioso che campeggiava a fianco del libro delle presenze.
Sei stato il Toro, resterai per sempre il Toro, il nostro Toro.
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