Cosa può succedere quando Terraneo, Van De Korput, Beruatto, Zaccarelli, Danova, Galbiati, Torrisi (poi Corradini), Dossena, Selvaggi, Hernandez e Borghi (poi Bonesso) incontrano 6 campioni del mondo più Platini e Boniek e vanno sotto per 2-0?
Beh, lo sapete… successe il finimondo.
In tre minuti e mezzo, quel Toro compì vittoriosamente la più impensabile delle rimonte: quanta fantasia avrebbe mai potuto avere un qualsiasi tifoso granata nell’immaginare una simile tempesta sulle teste degli odiati rivali bianconeri, conclusasi con un cross di Van De Korput (lo stopper olandese con faccia da calabrese) e una sforbiciata di Torrisi (alla Belotti quando i genitori del Gallo forse neanche si erano ancora incontrati)… ma dai!
Fra tutte le immagini possibili di quell’epico pomeriggio, Tuttosport il lunedì mattina uscì con Torrisi abbracciato da un sorridente Eugenio Bersellini, il mister.
Ti chiamavano “sergente di ferro”, come il nostro amato Gigi Radice che raccolse i frutti del tuo lavoro due anni dopo, chissà quanta strada avresti potuto fare se quello non fosse stato un Toro in piena ricostruzione dopo la fine dell’era Pianelli.
Ma un sergente di ferro può sorridere in quel modo?
Quanta umanità c’era invece davvero in lui?
Sei rimasto troppo poco, Eugenio, forse non ti abbiamo capito appieno, sicuramente (e colpevolmente) ti abbiamo anche dimenticato perché quella giornata è stata troppo densa di momenti scolpiti a fuoco nelle nostre anime.
Eppure, quell’improbabile pattuglia di ragazzi volenterosi e pugnaci l’hai scelta tu, l’hai allenata tu, e quel giorno l’hai preparata e comandata tu.
E questo no, non possiamo dimenticarlo.
Grazie per quella giornata e buon viaggio, mister…
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