di Piergiorgio RAIMONDO
Nelle cronache sportive dei primi campionati disputati dal F.B.C. Torino, troviamo, nella descrizione della divisa da gioco, un accessorio certamente insolito se indossato da un calciatore: una fusciacca, con tanto di nappine dorate, annodata in vita. Una fascia che rimanda la fantasia a pirati e corsari o, in epoche più recenti, alla Legione Straniera francese, non certo a un campo di calcio. È indossata nientedimeno che dal primo capitano della squadra granata, il back Bollinger. All’epoca non esisteva la fascia del capitano, e nemmeno la figura dell’allenatore, ma era il giocatore con maggiore carisma e visione di gioco ad assumersi sulla pelouse questi compiti, che lui svolgeva brillantemente.
Johann Friedrich “Fritz” Bollinger nacque nella Confederazione Elvetica, a Basilea nel 1885. Fece parte della Nazionale svizzera, e partecipò alla serata della costituzione del F.B.C. Torino presso la birreria Voigt come socio fondatore e primo capitano. Giocò la sua ultima partita in maglia granata all’inizio di febbraio del 1914, per poi far ritorno nella natia Basilea dove concluse la sua carriera nel Nordstern.
Bravissimo nei fondamentali, la sua specialità era la rovesciata in corsa: era abilissimo, correndo verso la palla in arrivo, nel calciarla alle proprie spalle, con forza e precisione, senza cadere sulla schiena. A differenza della scuola britannica, che esaltava l’agonismo e la grinta, la scuola svizzera prediligeva la tecnica e il gioco di squadra: il nostro primo capitano ne era un raffinato interprete.
Disputò la sua prima partita ufficiale con il Torino il 13 gennaio 1907, prima giornata di campionato e fu subito derby. Sul campo del Velodromo Umberto I, di fronte all’Ospedale Mauriziano, fu vittoria per 2 a 1: quale migliore augurio per la neonata società? Pare che, a fine partita, sia stato proprio il buon Fritz ad accorgersi dell’assenza da bordo campo, per i festeggiamenti di rito, del suo fraterno amico il vicepresidente Alfred Dick, che tanto si era speso per dar vita alla nuova società, e a ritrovarlo nella toilette, dove era rimasto rinchiuso, per burla, nel corso del secondo tempo…ma questa è tutta un’altra storia!
No responses yet