di Roberto Allasia
Ottavio, uomo placido dalle mani magiche e dai mille rimedi: gli erano sufficienti un secchio di latta, con una spugna all’interno ed una valigetta perché tanto la differenza la facevano le poderose e forti mani, a cui si affidavano con totale fiducia i Campioni.
Si racconta che Ottavio rappresentasse nel campo dei massaggi quello che un Mazzola significava per gli attaccanti. La sua bravura lo condusse sino alla Nazionale per prestare la sua impareggiabile esperienza e competenza per gli Azzurri.
E sull’aereo di ritorno da Lisbona, quel 4 maggio 1949, c’era anche Ottavio.
Nel nostro Museo abbiamo diversi oggetti personali che ricordano Ottavio, ma senza ombra di dubbio è la valigetta usata a Lisbona il 3 maggio l’oggetto più significativo che possiamo orgogliosamente mostrare. La valigetta, il cui contenuto miracolosamente scampato dal disastro aereo, lascia tutti i visitatori a bocca aperta. Le ampolle, le spugne e il barattolo della canfora il cui odore a distanza di 71 anni cerca di rendere meno lontano quel tempo ma purtroppo è solo un’illusione.
Lui, Loro non ci sono più. Ci son solo i volontari a narrare le gesta per non dimenticare.
One response
Ho visitato il Museo del Grande Torino nel 2023. Sembra di tornare indietro nel tempo. Ho ammirato anche la suggestiva valigetta di Ottavio Cortina.
Merita assolutamente di essere visitato!
P.s.,
All’interno, anche un ‘pezzo’ di Filadelfia