di Roberto Allasia
Il 26 giugno del 1925 nasce a Crosara di Marostica (VI) Virgilio Maroso.
Commentare uno degli Immortali è sempre un grande onore ma quando si parla di Virgilio Maroso l’emozione cresce di un gradino, perché ci accostiamo ad uno dei migliori terzini sinistri dell’epoca, un calciatore dotato di tecnica sopraffina che gli consentiva di giocare in qualsiasi ruolo, di un uomo sposato con una donna che per noi possiede un fascino speciale: la signora Carla Bombelli, madrina del nostro Museo.
Un atleta elegante, potente ma con una fragilità muscolare che lo ha reso spesso vittima di infortuni, dove una fastidiosa e dolorosa pubalgia, mal diagnosticata, lo ha fermato troppe volte.
Con la maglia granata Maroso disputa 103 partite realizzando una rete. L’ultima apparizione di Maldo con il Grande Torino è datata il 17 aprile 1949 quando al Filadelfia disputa solo 19′ contro il Modena prima di uscire per un infortunio. Un infortunio che lo terrà fuori squadra per le restanti partite contro Bari, Inter e Benfica.
Il forte legame che lo lega ai suoi compagni farà sì che nella maledetta trasferta di Lisbona, Virgilio, si aggregherà lo stesso anche se sa di non poter giocare ma rimanere con loro è un desiderio forte.
Nelle nostre sale abbiamo molti cimeli che ricordano Maroso. Dalle medaglie vinte con la conquista degli Scudetti 1947-48 e 1948-49, alla maglia della Nazionale azzurra con cui il 27 febbraio 1949 gioca contro quel Portogallo di Francisco Ferreria e in cui si posano le basi per organizzare quella che sarà l’ultima maledetta trasferta. Presente anche la maglia del Centenario che il Presidente Urbano Cairo nel 2006 ha consegnato ai parenti dei Caduti di Superga ed una serie foto del suo matrimonio che Carla ci ha consegnato per un indelebile loro ricordo.
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